La crisi organica, sistemica del capitalismo ha una ricaduta sugli strati più bassi della classe borghese. La piccola borghesia tende a perdere ".... ogni importanza e scade da ogni funzione vitale nel campo della produzione, con lo sviluppo della grande industria (multinazionali della produzione e della distribuzione) e del capitale finanziario: essa diventa pura classe politica e si specializza nel cretinismo parlamentare.....". Questo fenomeno è chiaramente visibile nella storia contemporanea italiana e ha preso diversi nomi nelle sue varie fasi passate: fu chiamato in origine "avvento della sinistra al potere", poi divenne giolittismo, per poi dilagare nel riformismo socialdemocratico. "..... La piccola borghesia si incrosta nell'istituto parlamentare: da organismo di controllo della borghesia capitalistica sull'Amministrazione pubblica, il Parlamento diviene una bottega di chiacchiere e di scandali, diviene un mezzo al parassitismo....." Oggi ci troviamo in una situazione per molti versi simile, sicuramente diversa, non comprimibile nelle braghe dell’analogia storica, tuttavia, proprio dai drammi passati deve scaturire per le forze politiche realmente di sinistra la consapevolezza che nulla va sottovalutato. Le crisi organiche sono dominate dalle «rivoluzioni passive», vale a dire, fasi di modernizzazione autoritaria nelle quali le "riforme" vengono realizzate attraverso la passività coatta delle grandi masse popolari (e non bisogna lasciarsi ingannare da falsi esercizi di sovranità popolare attraverso strumenti referendari) con il preciso obiettivo di consolidare l’ordine sociale ed uscire dalla situazione di crisi. Il fascismo è uno degli esempi più emblematici di ciò, ma non il solo. Siamo di fronte ad un gigantesco tentativo di ristrutturazione internazionale dei rapporti sociali e di produzione da parte delle classi dominanti, la cui portata potrà essere valutata appieno solo tra venti o trenta anni. Le scorciatoie per raggiungere questo risultato sono sempre in agguato. Le forze favorevoli alle svolte reazionarie tendono ad utilizzare le categorie sociali irrequiete, come massa di manovra, e si servono di movimenti più ambigui e bizzarri. L'enorme sviluppo dei mezzi di comunicazione (dai mass media a internet, passando da tutti i social network) contribuiscono notevolmente ad una induzione inconscia dei movimenti di massa verso obbiettivi preordinati. Ne consegue che una pura osservazione sociologica/antropologica di tali strumenti è limitata e fuorviante. Riflettere e provare a mettere in relazione i tanti segnali contraddittori della situazione attuale non è per niente facile, ma penso sia un dovere impossibile da aggirare, salvo pentirsene amaramente in seguito per non averlo fatto.
Blog Ufficiale del Partito Comunista dei Lavoratori di Parma, Sezione "Frida Khalo" . La Sinistra che non tradisce, con i Lavoratori...sempre!
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