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mercoledì 13 agosto 2014

Il sindaco di Parma cita "La città futura" di Gramsci alla manifestazione del 25 Aprile. Non potevamo rimanere "indifferenti".

               IL GRUGNITO DEL MAIALE
Odio gli indifferenti scriveva Gramsci, ma a qualcuno non è ancora chiaro che per lui la categoria degli indifferenti racchiudeva in se anche altre categorie come ad esempio gli abulici, i parassiti, i vigliacchi, ma soprattutto i non più umanamente vivi. Gli indifferenti cioè coloro i quali si nutrono di quel poco che il potere lascia volontariamente cadere, miserabili briciole per miserabili esseri. Già indifferenti è anche miserabili. Lasciando che poche mani, nell’ombra, non sorvegliate da nessun controllo, tessano la tela della vita collettiva e i molti, abulici, vigliacchi, miserabili e indifferenti si nascondono all’ombra di quella tela, vivendo, disperati, nella speranza che un giorno anche loro, o magari qualche loro discendente, possa essere parte di quelle mani: un unghia, un dito o un pezzo di pelle e godere dell’arte della politica. Ed è chiaro che quelle mani altro non sono che un insieme geneticamente caotico di parassiti, opportunisti, vigliacchi, arraffatori, intrallazzisti, grugnanti maiali, indifferenti che il loro agire sacrifichi altri esseri alla povertà, alla disperazione dell’abbandono. Adesso che la tela tessuta nell’ombra arriva a compimento e che sembra che sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi fingeva di non sapere, chi era stato attivo e chi, indifferente, il maiale appunto, grugnisce ancora più forte, si irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non è responsabile. E grugnisce ebete: “……L’indifferenza la si vede nei comportamenti scorretti o francamente illegali, ma anche nei gesti più piccoli e apparentemente insignificanti. Chi non paga le tasse, chi non rispetta le regole, anche quelle più piccole e di convivenza, chi degrada e sporca le pareti della nostra città, chi getta la carta per terra anziché usare il cestino, chi lascia la macchina in doppia fila, chi non paga i biglietti dell’autobus, chi non fa le fatture. Se tutti facessimo la nostra piccola parte nella società, se odiassimo l’indifferenza, vivremmo in una società più giusta per tutti….” Eccolo il frutto di vite indifferenti, disperatamente vissute nella speranza di arrivare, un giorno, a tessere la tela della collettività, umani morti nel tragitto, rinati maiali la cui consistenza è pari al grasso di cui si nutrono. Ma non basta: “…..Il 25 aprile deve essere per noi, naturalmente, anche un giorno di festa e di memoria, in cui ci ripromettiamo di lasciarci alle spalle gli odi razziali, la violenza dell’intolleranza, la dittatura del più forte, le disuguaglianze sociali. Ma vorrei che fosse il giorno in cui ci lasciamo alle spalle anche l’indifferenza. La nostra Parma è una città che non è mai stata indifferente, la medaglia d’oro al Valor Militare per la Resistenza ne è la più viva testimonianza….” Può il maiale farsi una colpa di essere stato un tempo umano, può ammettere che la sua indifferenza lo ha trasformato nel grasso rancido di cui si è nutrito? No! Grugnisce ebete, ignorante, pusillanime e sporca di fango e feci tutto ciò che tocca, ammantandosi di valori che ha di fatto disconosciuto e che non sono mai appartenuti a chi quelle mani, a cui si è venduto, anima e muove.

“Non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione…..”
Ad Antonio Gramsci 

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